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Nettuno insegnami a dormire

  • Immagine del redattore: Beatrice Benzoni
    Beatrice Benzoni
  • 15 dic 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 dic 2021

Che settimana..

Tra Zak, non solo lui, e il rumore attorno di gente curiosa che soffre per un ragazzo sulla strada e chiede spiegazioni o punta il dito.

La diversità e la diffidenza, ma l'amore anche.



Perchè non fai la volontaria?

Io? La volontaria?

Col cazzo!

Ho smesso di dormire da quando l’ho incontrato. Sono dimagrita 3 kg, anche se era lui a stare sull’asfalto.

Io ero nel mio letto gigante soffice caldo, i caloriferi a palla che guardavo Netflix.

Mi autoproclamavo una merda per le mie fortune e dimagrivo.

No, la volontaria non la faccio. Servono confini più spessi.


E se ci penso bene Volontari lo siamo tutti.

Quando dall’altra parte hanno chiesto: chi scende a sto giro?

Noi coraggiosi abbiamo alzato la mano.

Si dai torniamo sulla terra!

Ci siamo scelti i genitori, i corpi, le caratteristiche, le città, le condizioni sociali, le prove, i figli, gli amici, le mogli e i mariti.

Ci siamo dati appuntamento per intrecciarci ancora. Qui.


Ci siamo radicati nelle nostre convinzioni e SBAM!

Più le convinzioni erano forti più lo erano gli schiaffi.

“Vai nel cuore minchione” sussurrava lo schiocco..”cosa ci fai lì incastrato tra ciò che credi giusto e ciò che credi sbagliato? Non lo vedi che sei in gabbia? ESCI!!”



Ci siamo dati appuntamento per scegliere che fare.

Aiutare? Girare lo sguardo dall’altra parte?

Tutti incredibilmente collegati l’uno all’altra nella tela dell’opera grande, che da sempre esiste, che non sta mai ferma.



Mi basterà questo mio essere Beatrice per conoscermi tutta?


Guarire un amore karmico di mille vite fa. Le costellazioni. I maestri ascesi.

Le forze evolutive e le forze involutive che stanno a braccetto perché la scelta è nostra, nostra soltanto.


Cosa ne facciamo di questo spirito e di questa anima sulla terra?

In cosa vogliamo investire questa volta?



Ed io che muoio di freddo, in una vita diversa da questa, su una lastra di ghiaccio, aspettando un amore che non torna.


Dio grazie che domani vedo la mia psicobio. Ne ho bisogno.

Domani mi ripiglio da questi 10 giorni di fuoco.


E invece No, non la vedo. È morto suo papà domenica notte.

Allora accendo una candela e lo accompagno anch’io, a casa.


Quella casa che un po’ mi crea nostalgia un po’ mi dimentico di avere.


E penso a Zak che ora è a Torino. Che è forte ma timido. Orgoglioso e particolare.

Un altro guaritore dell’albero.

Zak che ogni giorno mi ha permesso di superare un limite in più, sdraiato nel suo sacco a pelo azzurro come il mare, che gli è stato amico.


Mare dentro che ci fa paura, che ci fa scappare. Ma che ci tocca attraversare.


ree


 
 
 

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