La matita di Naj-oleari
- Beatrice Benzoni

- 3 ott 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Fidati di tutto ciò che attraversi
Quanti anni avrà questa matita?
La usavo al liceo, forse anche prima.
Quando ero carina ma stupida. Questo credevo.
Ho vissuto a lungo con questa convinzione. Non mi trovavo a studiare quel tipo di materie che ci venivano imposte e non ne conoscevo altre. Viaggiavo durante le lezioni e scrivevo un diario che poi si passavano i miei compagni di classe e che avevano soprannominato “lo Zibenzoni".
Oppure mi truccavo o mi mettevo lo smalto. Perchè essere carina era tutto ciò che avevo.
Francesco, famoso intellettuale della scuola, citando Oscar Wilde, un giorno mi disse che la bellezza è una forma di genio e ridendo aggiunse: quindi anche tu Benzoni sei un genio.
AH AH AH!
Ero molto triste mentre usavo questa matita per scarabocchiare sui miei quaderni, cercando di fuggire alla noia e a quel tipo di realtà. Non contestavo le affermazioni degli altri su di me. Parlavo poco. Ero timida. E mi specchiavo ovunque. Ero ancora carina?
Matita ha circa 27 anni. Oggi la uso per sottolineare un manuale sui cristalli: l’arte di curare con le pietre. Sono felice perché ho trovato ciò che mi nutre.
La me adolescente non si sarebbe mai aspettata che questa matita avrebbe conosciuto la gioia e lo studio.
Se avessi frequentato la scuola di Harry Potter nessuno avrebbe mai potuto credere che fossi stupida, men che meno io. Ma sono arrivata in un presente in cui quelle scuole appartenevano al passato e torneranno nel futuro. Sempre che quel tipo di tempo esista davvero e che tutto in realtà non sia già qui..
Marta ha 35 anni e un vissuto tumultuoso di ricerca di sé. Viaggia molto ma non si trova. Poi arriva qualcuno che la presenta a qualcun altro. Lei un po’ si innamora, ma lui non è quello giusto. Il posto in cui lo segue invece sì.
È arrivata in una cittadina di montagna in Svizzera e diventa la chef di un ristorante. Torna poi in Sardegna a trovare sua madre e nella libreria di casa un titolo attira la sua attenzione. Il libro è dedicato alla città in cui Marta oggi vive, lavora ed è felice. Era sempre stato lì in quello scaffale senza che lei, consciamente, lo vedesse mai..
Roberto perde molti capelli. Si sente imprigionato in una vita che boh, ha un senso?
Lavora, lavora, lavora e le tapparelle di casa sono sempre abbassate. È molto bravo nel suo lavoro. Ma questo gli basta?
Gli fanno una proposta. Deve lasciare Roma. È arrivato il covid. Parte.
Tanti si chiudono in casa terrorizzati dalle notizie, Roberto trova un appartamento in affitto. Le tapparelle le tiene sempre alzate. I capelli ricrescono.
Molti si disperano, lui rinasce.
Il sole è tornato.
Benedetta e Alberto vogliono tantissimo un figlio. Ci provano da anni. Si sottopongono a esami clinici per accertare che sia tutto a posto. La scienza dice che i loro corpi funzionano bene. Ma se lo dice la scienza perché questo bimbo non arriva?
Studiano come e quando fare l’amore perché ci siano più possibilità. Niente.
Decidono di tentare con la fecondazione assistita. Niente.
Sono tristi ma lasciano andare. Trovano una sorta di pace in questa ricerca sostenuta.
Lasciano il controllo. Forse si arrendono.
“Sia fatta la tua volontà”
Benedetta rimane incinta.
Priscilla è scontenta. Sente che le manca qualcosa. Una sera scrive su Facebook a Sofia, un’amica di suo fratello che ha visto solo una volta, ma le era sembrata simpatica. Lei è buddista. Caso mai potrà aiutarla?
Sofia legge il messaggio e spalanca gli occhi. Era bloccata nella pratica e quella richiesta di aiuto le riporta forza. Torna a recitare il suo mantra tutti i giorni. Torna ad avere fiducia.
Priscilla non diventa buddista ma diventa amica di Sofia.
È come se fossero sorelle e fanno un gran pezzo di strada insieme. Si somigliano tanto e affatto. Crescono molto poi si salutano e anche quel saluto ha il sapore dell’evoluzione per entrambe.
Laura ha un problema al cuore. È un disturbo molto comune con cui convive la maggior parte della popolazione, senza saperlo. Ma lei lo sa. Ed è spaventata.
Va da 2 cardiologi per essere rassicurata, loro però non hanno studiato empatia all’università.
Lei cerca amore dalla scienza, la scienza invece le parla di valvole, dilatazioni, anestesie e infezioni.
Laura è molto sensibile ma ha sempre vissuto come se non lo fosse. Forse deve riposarsi di più, pensa. Ascoltarsi di più.
Decide di iniziare un percorso per lavorare sul corpo. Sul radicamento. Il suo tono di voce cambia. Si sente bene. Non avverte più la necessità di cercare rassicurazioni all’esterno perché ha trovato uno spazio dentro di sé in cui c’è pace.
La vita ci prende per mano e ci porta sempre dove dobbiamo andare.
Per me, che arrivo dalla scuola di Harry Potter, è strana la follia di questo momento in cui tanti credono di poter controllare la vita e assicurasi il soggiorno qui attraverso regole stabilite da altri, omettendo completamente il proprio sentire e appoggiandosi soltanto al lato razionale (che comunque inquinato dalla paura è andato a farsi fottere).
Si, è folle questo momento eppure so che anche ora, la vita mi sta tenendo per mano.
Siamo costantemente traghettati in luoghi in cui abbiamo bisogno di andare.
Perché non ci rilassiamo?
La fatica appartiene al vecchio mondo.
E il controllo? La vita sorride vedendo gli sforzi che facciamo per controllare noi stessi, gli altri e gli eventi. Ma il bello di Lei è che agisce nonostante Noi.
Lei ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti. L’ho ascoltato nella canzone di John Lennon, l’ho sentito questa mattina impugnando la mia vecchissima matita rosa.
La fiducia è alleata della vita. Fidati di tutto ciò che attraversi. Sempre

Francesco, Marta, Roberto, Benedetta, Sofia, Alberto, Priscilla, Laura: nomi inventati, storie vere.



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