Il Congelatore
- Beatrice Benzoni

- 25 mag 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Ognuno ha il suo e a quanto pare il mio era parecchio spazioso.
Nell’infernale teatro della dipendenza ho recitato il ruolo di quella che se ne va.
Quella che taglia.
L’arcano 13. Di botto, così.
Ho mandato a fanculo tutto. Spesso non sentendo niente. Per un po’. Per quanto mi serviva.
Anche per anni. In questo caso 5.
Ma l’antidipendenza non è sinonimo di libertà, né di forza, tanto meno di indipendenza.
Liquidavo con un messaggio, una telefonata breve.
Uno slot di mezz’ora in una giornata impegnata.
Chi? Chiunque.
Anche chi è stato importante. Chi è importante.
Qualcosa non andava, mi opprimeva e dovevo sbarazzarmene il più in fretta possibile.
A quel punto parcheggiavo la persona in Antartide e andavo avanti a fare cose, entrare, uscire.
Oggi Marte è entrato in ariete e non mi ha fatto fare la guerra come sarebbe stato più semplice pensare, no. Ha scongelato tutto.
Congiungendosi al mio sole e quadrando la mia luna ha infuocato i fili del mio frizer interiore. Ha portato il caldo e mi ha mostrato come vivo le separazioni.
Le persone, le emozioni, i pezzi che avevo messo nel mio fidato congelatore si sono sciolti.
Mi hanno costretta alla presenza diventando acqua.
Tantissima acqua che scende dai miei occhi deformati dal lutto.
È caldo questo dolore. Sento calore nel cuore.
Sgorga acqua senza limiti e senza educazione.
“Basta non voglio vederti più”
Così sensibile e delicata diventavo fredda, distaccata, non provavo nulla.
Ho un taglio da fare, immediatamente. Un taglio preventivo. Netto. Un compito da terminare in fretta.
Ma forse quei rami non erano da potare o forse lo erano ma non era questo il modo.
Tu Anima che dell’Amore hai fatto una missione e della verità pure, dove ti ho cacciata in quei momenti urgenti?
Era troppo da sopportare il dolore della separazione ed è così che chi taglia, chi se ne va, si difende come sa. Spesso congelando e portandosi con sé quella sofferenza finché non sarà abbastanza adulto da andarle incontro per liberarsene.
Alcuni lo faranno nel passaggio verso il cielo, assieme alle loro guide.
Ho da pulire il congelatore. Svuotarlo dei suoi contenuti e prenderne la responsabilità. Accarezzare quelle Donne e quegli Uomini che ci ho infilato dentro. Accarezzare me stessa e perdonarmi per essermi stata così distante.
Ho molto lavoro da fare con questa paura che mi ha tenuta lontana dal cuore. Il mio organo preferito assieme agli occhi.
Mi dispiace non aver avuto la forza di stare con me e quindi con te.
Di averti cacciato fuori con la violenza del ghiaccio che ho incontrato nello sguardo dei chirurghi, detestandoli perché privi di empatia.
Empatia che levati dal cazzo. Quanta tristezza quando non la trovavo, quanto giudizio verso chi ne era sprovvisto mentre anch’io procedevo nelle mie gelate operazioni di rimozione.
Da lontano, nel tuo giorno conosciuto come “il più importante della vita” con una foto hai aperto quella porta e tutto ora è fuoco ed è acqua e io ti ringrazio e ti auguro di essere felice.
Sto qui in questi rigurgiti del “passato” quanto è necessario e riassemblo i pezzi.
I nostri, i tuoi.
Così torni intero nella tua bellezza di luci e di ombre.
E posso guardare ogni cosa e sapere che avevo bisogno di andare via, che era giusto farlo ma oggi senza dimenticare più.
Posso stare nella mancanza di te e del nostro rapporto.
Portare unione nella separazione. Portare Amore.
Sto fumando una sigaretta di troppo nel cortile dello studio di Laura, ormai totalmente attraversata da questo processo che tanto a lungo avevo rimandato e da una finestra arriva un ritornello: Tutti abbiamo bisogno di Love.
Tutti abbiamo bisogno di Love. Anch’io. Anche quando sono scontrosa.
Anche voi.
Cuccioli di umani che vivono la Terra.
La smetterò con questi tagli marziali? Credo di no, non del tutto.
Ho Sole e Marte in Ariete e non sono i tagli il problema, anzi sono spesso imprescindibili per fare spazio alle nascite. Però prometto che starò attenta ogni volta che mi sembrerà facile farlo..
Con Amore




Commenti