Akaal
- Beatrice Benzoni
- 2 giu 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Vorrei essere tolta da qui.
Mi ha detto un’amica “non si muore di dolore”
Ascolto storie di persone che in un breve periodo hanno dovuto affrontare ancora più perdite di questa mia. Le vedo sorridere, andare avanti e scherzare..
Se ci penso, anche a me a volte capita. Anche io, a volte sto bene.
Ma questa complessità di cui siamo formati mi sta facendo fatica. Queste tante parti che ci compongono, così diverse tra loro vorrei accettarle tutte.
Arrivano delle ondate di sofferenza che mi fanno urlare.
Ci sono giorni in cui me ne tiro fuori e comincio a leggere a voce alta.
Proprio dico loro “no. Basta.” e funziona.
Ho me, la mia voce, un buon libro e quella pace.
Ci sono giorni in cui invece, mi lascio possedere.
Mi spoglio, mi lascio cadere sul pavimento.
Sono immersa nella sofferenza e temo non passerà mai.
Quegli stati acuti in cui il corpo urla e trema non passeranno mai.
Invece poi passano. A un certo punto smetto di piangere.
Mi parlo “vedi, ora sei calma”
Mi addormento “Titù?”
Lo sogno, lo incontro. Sta così bene
E quelle persone ancorate all’idea che la morte sia la fine?
Come fanno a continuare a esistere?
Boh Bea, fatti i cazzi tuoi. Seppur questa non è una tua grande attitudine..
Mi sveglio “Titù?”
Ci sono gesti che non si ripeteranno. Luoghi in cui non tornerò.
Mi piace quando cade qualcosa, raccoglierlo subito perché lui non lo mangi.
Quando spengo il forno, lo apro un pò ma non del tutto, perché lui non si scotti.
Ora tengo sempre le finestre aperte, mangio a degli orari strani, ogni tanto dormo tantissimo.
Ci sono giornate che passo fuori casa.
Non c’è più la pappa, non c’è più la pipì, non ci sono più i suoi bisogni.
Ci sono solo i miei. Senza ordine né disciplina. Bisogni confusi.
Titù mi ha tenuta ancorata alla terra.
Mica sarei rimasta se non ci fossimo incontrati.
Spesso vorrei tornare a casa da lui. Faccio fatica a ritrovare il senso della mia presenza qui. Eppure qualcosa mi comanda nei miei spostamenti, nell’organizzare gite che prima non potevo fare. Segno in agenda il corso che seguirò a luglio.
Ordino qualcosa di buono. Apro la porta a un nuovo consultante. Vado al cinema.
Compro dei fiori da mettere in cavedio. Raccolgo una monetina dalla strada.
Di notte vengono a trovarmi tante persone, che di giorno invece non sono presenti. Facciamo dei lavori insieme, mi accompagnano in questo mio passaggio.
Così apro gli occhi e so nuove cose.
So per esempio che anche quelle persone che fanno fatica a starmi vicino ora, in realtà ci sono. So che siamo famiglia al di là di ciò che può sembrare.
Le loro anime mi stanno aiutando nelle dimensioni sottili.
È tanta la forza che scorre nel nostro Spirito.
Siamo come i Serafini, gli Angeli della Volontà.
Si stava così bene liberi dalla densità, dalle forme pensiero, uniti..
Invece noi no! Abbiamo voluto romperci i coglioni a tornare!
“Ne è valsa la pena” ci diremo un giorno, quando la pena non sarà più necessaria.
Quando la melodia di questo Pianeta Azzurro non sarà più turbata.
Amica mia, di dolore si muore.
Ma poi si rinasce.

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